La newsletter di oggi è un concentrato di nerdismo. Da inizio anno ho raccolto tutti gli articoli usciti sulle newsletter di settore dove venivano analizzati i numeri degli animali allevati e/o macellati nel 2022 e messi a confronto con quelli del 2021. Ammetto che è venuto fuori un pezzo di non facile lettura, per agevolarti ho messo parecchi grafici, ma non di meno credo che sia interessante rimanere aggiornati su quanti animali siano coinvolti in questa industria e i suoi andamenti.
Animal farm News è divisa in tre parti, oltre a un articolo inedito ci sono due rubriche: Contenuti interessanti e Immagini che mi hanno colpito.
Per consigli e segnalazioni rispondi a questa mail o scrivi a cecc.francesco@gmail.com
La Danish Crown, fondata nel 1877 in Danimarca, è una delle più grandi aziende europee nel settore della produzione di carne suina e bovina. Per capirne la vastità basti sapere che nei suoi stabilimenti ci lavorano 25.000 persone. Lo scorso 20 aprile una riunione straordinaria del Consiglio di Amministrazione ha deciso di chiudere il sito produttivo di Sæby, dove si trova uno dei suoi sei macelli. La “difficile” decisione è dovuta a un calo di oltre il 10% del numero di maiali forniti ai macelli danesi. In pratica nell’ultimo anno arrivavano troppi pochi maiali e tenere aperto il mattatoio non conveniva più. “La nostra capacità in eccesso ci costa più di 300 milioni di corone danesi (40 milioni di euro) all'anno e sarebbe irresponsabile nei confronti dell'azienda e dei nostri proprietari se non prendessimo le misure necessarie per affrontare questa sfida”. E se la situazione è come dice Per Laursen, vicepresidente della produzione di Danish Crown, pare non potessero fare diversamente.
In questa newsletter snocciolerò una sfilza di numeri relativi agli animali allevati, importati, esportati e macellati dalle principali nazioni produttrici europee, seguendo questi andamenti cercherò di fare il punto della situazione sulla produzione di carne e derivati nel nord globale. Ho iniziato con questa storia proprio perché la Danimarca è leader europeo nell'esportazione di maiali vivi. Nel 2021 nei suoi allevamenti sono nati 33 milioni di maiali (5 milioni in più rispetto al 2010 erano 28 milioni). Quasi la metà di questi animali, quando raggiungono il peso di 35 kg, vengono inviati in tutta Europa, qui vengono ingrassati e macellati raggiunti i 110-160 kg. I viaggi si concludono soprattutto in Germania e Polonia, ma anche Italia – per esempio nel 2022 ne abbiamo importati 703.113. In pratica in Danimarca sta succedendo che alcuni allevamenti stanno chiudendo, schiacciati dalla morsa dell’inflazione, mentre altri guadagnano di più vendendo i suinetti all’estero invece che farli ingrassare in casa. Questo significa che i mattatoi rimangono senza lavoro.
A commento della notizia il CEO della Danish Crown ha aggiunto: “dopo diversi anni di crescita trainata dalle forti esportazioni verso la Cina, sapevamo che c'era il rischio che la produzione di suini da macello potesse diminuire […] Tuttavia, la nostra strategia Feeding the Future rimane invariata, perché la nostra crescita futura non deriverà solo dalla macellazione di un maggior numero di suini, ma anche dall'aumento del valore della nostra carne e dalla produzione di alimenti attraenti e più sostenibili”. Quindi meno carne, ma allevata meglio? Se è vero sarà un passo verso produzioni più sostenibili, da notare che la DC – un po’ come tutte le aziende dell'agribusiness –, all’inizio del 2022 ha lanciato sotto il suo brand green “Den Grønne Slagter” una linea di cibi plant based. Da un sondaggio che hanno commissionato pare che più di un danese su tre dichiari di aver ridotto il consumo di carne nell’ultimo anno (2021) e due su tre vorrebbero mangiare più prodotti a base vegetale. È chiaro che non è l’amore per gli animali che li spinge in queste scelte.
Francia
Con più di 12 milioni di capi presenti negli allevamenti la Francia è il terzo produttore di maiali in Europa, dietro a Spagna e Germania. Dal 2012 la macellazione dei suini in Francia è diminuita del 5,3%, vale a dire 1,3 milioni in meno.
Anche nei primi tre mesi del 2023 le macellazioni hanno registrato una significativa diminuzione rispetto agli anni precedenti, per dodici mesi consecutivi i volumi sono diminuiti sensibilmente (-3,3% a volume e -2,4% capi). Stesso discorso per le esportazioni di carni fresche, refrigerate o congelate che hanno subito una diminuzione del 15%, in leggero calo anche le importazioni -3%.
Germania
La Germania è uno dei principali player europei per la produzione di carne. Alleva 11 milioni di bovini – dietro solo alla Francia – 21 milioni di maiali – secondo dopo la Spagna – e attualmente nei loro allevamenti sono presenti 160 milioni di polli, in Italia 71 milioni.
Nel 2022 la produzione netta di carne (volume di macellazione) è diminuita dell'8,3% rispetto all'anno precedente, dal 2017 il calo è stato del 14%.
Nel 2022 la Germania ha importato il 4,5% di carne in meno rispetto all’anno precedente. Negli ultimi cinque anni le importazioni sono diminuite del 16%.
Se si guardano le quantità di carni importate dal 2017 al 2022, si registra una grossa diminuzione di carne suina -23,4%, un calo del 12% della carne bovina e una leggera riduzione di pollame -5,2%.
Negli ultimi 10 anni il consumo pro capite di carne dei tedeschi è calato del 12%.
Per la Germania ho recuperato anche i dati sull’andamento dei prodotti vegetali che hanno registrato un più 6,5% ripetto al 2021 con un aumento del 72,7% rispetto al 2019.
Devo dire che i tedeschi sono alquanto trasparenti, i loro dati si trovano facilmente e tutti consultabili in inglese.
Austria
Nazione all’avanguardia per quanto riguarda il benessere degli animali da allevamento. Dal 2005 è vietato costruire allevamenti in gabbia per le galline ovoiale, dal 2012 sono bandite le gabbie per i conigli. Gli allevamenti di animali da pelliccia sono vietati dal 2005.
In Austria nel 2022 sono stati allevati 2,65 milioni di maiali, -4,9% rispetto al 2021, e inoltre sono calate le macellazioni di bovini.
Belgio
L’anno scorso in Belgio sono stati macellati poco meno di 310 milioni di animali, con un calo del 2% rispetto al 2021. Il numero di maiali macellati è diminuito di quasi il 10% nel 2022 per raggiungere i 10,5 milioni di suini, un livello che non si vedeva da 30 anni. In numeri assoluti in Belgio si macellano soprattutto polli, nel 2022, sono stati 298 milioni, il 2% in meno rispetto all'anno precedente.
Inoltre il governo fiammingo per contrastare le emissioni di ammoniaca ha sviluppato un programma per una riduzione del 30% della popolazione di maiali. Gli allevamenti con il più alto impatto di azoto che volontariamente cesseranno la loro attività verranno liquidati dallo stato, che ha messo a disposizione 200 milioni di euro. “Questa decisione, attesa da tempo, è una manna per questi allevatori e una grande opportunità per ridurre le emissioni di azoto”. ha dichiarato Zuhal Demir, Ministro dell'ambiente fiammingo.
Spagna
In 10 anni la penisola iberica è passata da allevare 25 milioni di suini a 34 milioni, attestandosi come prima potenza europea nella produzione di carne di maiale. Questa espansione è stata trainata da importanti investimenti in infrastrutture e nel miglioramento delle tecniche di allevamento, che hanno portato a un incremento della produttività e favorito l’accesso ai mercati internazionali. La Spagna offre condizioni geografiche e ambientali favorevoli, soprattutto per l’allevamento suinicolo intensivo: ampie zone rurali e risorse idriche. Ultimamente però i lunghi periodi di siccità, soprattutto in Catalogna dove si concentrano la maggior parte degli allevamenti, stanno creando non pochi problemi al settore.
Gli ultimi dati indicano che nel primo trimestre di quest'anno la Spagna ha macellato 14.123.423 capi, producendo 1.329.689 t di carne suina, il che equivale a un calo del 6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Italia
La specie più allevata in Italia è il pollo, siamo in 5° posizione in UE e siamo autosufficienti, per cui non importiamo né carni avicole né animali vivi. Nel 2022 abbiamo macellato 516 milioni di polli, rispetto alle tonnellate prodotte nel 2021 c’è stato un calo del 12%, soprattutto a causa dell’epidemia di influenza aviaria, ma da anni il numero di polli consumati è in costante crescita.
Prima del covid ho realizzato un report “2010 - 2019 Dieci anni di zootecnia in Italia” per mostrare con i numeri i cambiamenti avvenuti nel comparto zootecnico italiano, anche quella una roba da mega nerd…
La produzione europea di carni avicole, dopo la continua crescita nel decennio 2010 - 2020 e il ripiegamento nel 2021 (-1,9%), si conferma nel 2022 su livelli solo leggermente più elevati del 2021 (+0,3%), in linea con quanto realizzato nel 2018. Anche l’UE è totalmente autosufficiente ed è il terzo produttore mondiale. La Polonia si conferma, per il settimo anno consecutivo, il principale produttore in ambito europeo.
Sebbene il tasso di autosufficienza delle carni bovine nel 2022 in Europa si sia assestato al 103%, vi sono enormi differenze fra Paesi. L’Irlanda presenta un tasso di autosufficienza del 549% (con un export fortemente orientato verso il Regno Unito), la Francia si colloca al 139%, la Spagna al 115%, la Germania al 105%. In sostanziale equilibrio il Belgio (99%) e i Paesi Bassi (98%). L’Italia si colloca invece al 42%, presentando un deficit produttivo fra i più alti dell’Unione europea, perdendo oltre il 16% dal 2019 al 2022.
Nel corso del 2022 il patrimonio bovino dell’UE è diminuito di 850.000 capi. L’Italia ne ha persi 230.000 rispetto al 2021, attestandosi a 6.049.000 capi.
Il numero dei maiali macellati in Italia nel 2022 è stato di 10,6 milioni ed è diminuito di 800.000 capi rispetto al 2021. L’89% di questi animali viene allevato con sistemi stabulati (intensivo) e il 9% non si sa come venga allevato.
Comunque anche l’Italia per quanto riguarda la trasparenza dei dati è abbastanza avanti, nella Banca Dati Nazionale dell’Anagrafe Zootecnica istituita dal Ministero della Salute si trova tanto… non tradotto in inglese.
Fine
Oggi ho dato realmente i numeri. Prima di tutto per farti capire di cosa stiamo parlando, e quanti animali sono coinvolti nel nostro sistema alimentare. Sono tantissimi e non ho menzionato i più grandi produttori di suini: Cina e Stati Uniti con rispettivamente 700 milioni e 129 milioni di capi. La Cina dal 1985 a oggi ha triplicato la sua produzione, anche gli USA sono cresciuti, ma non di tanto. Non sto a fare l’elenco di tutte le produzioni perché ho già sparato troppe cifre, sappi solo che nel mondo ogni anno si macellano più di 80 miliardi di animali, pesci esclusi.
Le ultime proiezioni parlano di una crescita del 13,4% della quantità di carne prodotta da qui al 2031. Il Sud del mondo sta spingendo duro, Brasile, Messico e alcuni Paesi asiatici stanno recuperando il “tempo perso” e si stanno allineando ai consumi occidentali. Ma anche qui in Occidente non si scherza, i numeri calano ma non più di tanto.
Il secondo motivo per cui ho scritto questa newsletter è per farti una domanda.
Quali sono per te le soluzioni per invertire la rotta?
Contenuti interessanti
Con una nota l’ATS della Lombardia ha stabilito che dal 2025 il taglio della coda dei maiali si potrà fare solo dietro prescrizione veterinaria, che senso ha questa nota quando queste mutilazioni sono già vietate da oltre 20 anni?!
Un’interessante ricerca ha analizzato con quale frequenza i media colleghino il climate change alla produzione di carne.
Sono uscite delle nuove foto di minori impiegati illegalmente nei macelli americani. Di questa notizia ne avevo parlato qui.
Su Huffpost un’intervista a Francesca Grazioli autrice di “Capitalismo carnivoro”, libro che ho citato in una newsletter.
In Cina un’ondata di caldo estremo ha causato “una strage“ negli allevamenti di maiali, pesci e conigli.
Un’immagine che mi ha colpito
Decine di migliaia di carcasse di Gulf menhaden, un tipico pesce del Golfo del Texas si sono arenate sulla costa. I bassi livelli di ossigeno nell'acqua hanno reso impossibile la respirazione dei pesci. Sebbene nessuno abbia collegato questo incidente al cambiamento climatico, i ricercatori hanno affermato che queste morie potrebbero diventare più frequenti con il riscaldamento delle temperature e la diminuzione dei livelli di ossigeno nelle acque. Il video è ancora più impressionante.
Le ultime tre settimane sono state molto impegnative e ho fatto fatica a concentrarmi per cui ho tardato un po’ l’uscita. Non è un problema lo so! Negli scorsi giorni sono usciti alcuni lavori d’indagine su alcuni programmi Tv, guarda i canali di Essere Animali per scoprire di più.